
Imperversa, su tutte le testate sportive italiane, il processo alla nazionale. Ecco gli argomenti a sostegno di ogni tesi :
1) giocatori anziani (Cannavaro, Tony, Zambrotta, Pirlo ecc)
2) giocatori demotivati (vedi sopra)
3) modulo sbagliato
4) talenti ignorati o poco utilizzati (Cassano, Giardino, Pazzini)
5) scarse motivazioni per un torneo inutile (Confederation Cup)
1) giocatori anziani (Cannavaro, Tony, Zambrotta, Pirlo ecc)
2) giocatori demotivati (vedi sopra)
3) modulo sbagliato
4) talenti ignorati o poco utilizzati (Cassano, Giardino, Pazzini)
5) scarse motivazioni per un torneo inutile (Confederation Cup)
6) giocatori stanchi o stressati per la lunga stagione
Io sostituirei a tutti gli elementi sopracitati un unico elemento che ritengo il solo responsabile delle recenti figuracce internazionali del nostro pallone: la cultura sportiva.
Io sostituirei a tutti gli elementi sopracitati un unico elemento che ritengo il solo responsabile delle recenti figuracce internazionali del nostro pallone: la cultura sportiva.
In Italia l’unica leva che muove il calcio (e non solo) è il denaro. Per questo si assiste, in campo e fuori campo, ad atteggiamenti antisportivi (e truffaldini) degli addetti ai lavori. Fino ad arrivare ai reiterati scandali di calciopoli che, ogni sei o sette anni, offuscano l’immagine del calcio azzurro.
I nostri divi scendono in campo solo per vincere. E va bene. Ma per farlo ricorrono ad ogni genere di simulazioni, di urla, insulti, bestemmie, sputi. A tutto questo concorre il buonismo degli arbitri che, in più, non sanno neppure riconoscere una simulazione da un fallo vero.
Aggiungiamo che i campioni stranieri (anche quelli molto pagati come i brasiliani o gli spagnoli) ogni volta che giocano per "la Patria" danno tutto anche in una partita definita amichevole.
In Europa (Italia esclusa) si assiste a giocate di atleti che, entrando in area di rigore, cercano la via del gol prima di tutto, incuranti delle spinte e dei calci dei loro valorosi e vogorosi avversari. Insomma essendo degli atleti sanno che non possono cadere con tanta facilità e, finchè non vengono scaraventati a terra da un panzer scomposto o cattivo, cercano con l’abilità di eludere gli interventi dei difensori, e segnare. E, se ci riescono, è uno spettacolo.
Non da noi. Da noi ogni azione ha come finalità quella di ottenere un “calcio piazzato” da trasformare ossia da sfruttare per fare gol. Visto che con i calci piazzati è più facile segnare gol. Noi abbiamo gli specialisti !
Il trucco, quindi, è quello di buttarsi sempre a terra, magari urlando impetuosamente, toccandosi con disperazione la faccia o massaggiandosi con frenesia la nuca. Tanto cosa si rischia? Al massimo una ammonizione o un richiamo verbale. Insomma, il rischio che si corre è veramente ridicolo. Quindi vale la pena tentare.
Ma tutto ciò porta, inevitabilmente, a non dedicarsi al bel gioco. Non ci si preoccupa di eludere gli avversri con finte , dribbing, passaggi filtranti o schemi astuti ed efficaci. Tanto, basta buttarsi al limite dell’area per avere una chiara occasione da gol. E se, in tal modo, si ottiene il penalty, si è giudicati (dai commentatori complici e compiacenti) giocatori con esperienza. Se poi si riesce a far espellere l’avversario cattivo si ottiene il massimo.
Poi si va a giocare fuori, gli arbitri non ci cascano, gli avversari giocano come sono abituati a giocare (cioè bene) e si perde. O comunque, anche se si vince, si gioca male. Proprio male.
(amedeo contino)
I nostri divi scendono in campo solo per vincere. E va bene. Ma per farlo ricorrono ad ogni genere di simulazioni, di urla, insulti, bestemmie, sputi. A tutto questo concorre il buonismo degli arbitri che, in più, non sanno neppure riconoscere una simulazione da un fallo vero.
Aggiungiamo che i campioni stranieri (anche quelli molto pagati come i brasiliani o gli spagnoli) ogni volta che giocano per "la Patria" danno tutto anche in una partita definita amichevole.
In Europa (Italia esclusa) si assiste a giocate di atleti che, entrando in area di rigore, cercano la via del gol prima di tutto, incuranti delle spinte e dei calci dei loro valorosi e vogorosi avversari. Insomma essendo degli atleti sanno che non possono cadere con tanta facilità e, finchè non vengono scaraventati a terra da un panzer scomposto o cattivo, cercano con l’abilità di eludere gli interventi dei difensori, e segnare. E, se ci riescono, è uno spettacolo.
Non da noi. Da noi ogni azione ha come finalità quella di ottenere un “calcio piazzato” da trasformare ossia da sfruttare per fare gol. Visto che con i calci piazzati è più facile segnare gol. Noi abbiamo gli specialisti !
Il trucco, quindi, è quello di buttarsi sempre a terra, magari urlando impetuosamente, toccandosi con disperazione la faccia o massaggiandosi con frenesia la nuca. Tanto cosa si rischia? Al massimo una ammonizione o un richiamo verbale. Insomma, il rischio che si corre è veramente ridicolo. Quindi vale la pena tentare.
Ma tutto ciò porta, inevitabilmente, a non dedicarsi al bel gioco. Non ci si preoccupa di eludere gli avversri con finte , dribbing, passaggi filtranti o schemi astuti ed efficaci. Tanto, basta buttarsi al limite dell’area per avere una chiara occasione da gol. E se, in tal modo, si ottiene il penalty, si è giudicati (dai commentatori complici e compiacenti) giocatori con esperienza. Se poi si riesce a far espellere l’avversario cattivo si ottiene il massimo.
Poi si va a giocare fuori, gli arbitri non ci cascano, gli avversari giocano come sono abituati a giocare (cioè bene) e si perde. O comunque, anche se si vince, si gioca male. Proprio male.
(amedeo contino)
scrivete a latrazzeradellosport@libero.it
1 commento:
Tipo gli Stati Uniti. Chi sono costoro? quanto guadagnano costoro?
Eppure hanno battuto la furie rosse.
Impariamo da loro
pino g.
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