Nessuno si immaginava
che saremmo stati in una situazione così deprimente alla viglia dell’esordio.
Tutti ci aspettavamo già a giugno la conferma del blocco
tecnico-dirigenziale, e il rafforzamento dell’organico con l’inserimento di 4 o
5 elementi indispensabili per navigare degnamente in serie A.
La sconfitta secca col Modena ha solo certificato il fatto
che è stata persa la strada entusiasmante iniziata l’anno scorso, sia sul piano
tecnico che su quello mentale.
L’organico è stato indebolito e lo spirito vincente si è
dissolto alla luce del “nuovo corso” societario, che, sotto la guida del super-contabile Cardinaletti, ha un obiettivo prioritario:
risparmiare (lui lo chiama “efficientare”), tagliare drasticamente i costi, a
partire, ovviamente, dal monte-ingaggi. E fare cassa.
La vendita di
Lafferty ed Hernandez ed il vergognoso mobbing verso Sorrentino affinchè tolga
il disturbo e lo stipendio ne sono la dimostrazione (ma dopo il Modena è
partita la riabilitazione…).
La precisa volontà di
disinvestire dal Palermo Calcio d’altronde, è emersa con chiarezza dalla
conferenza stampa tenuta da Zamparini e Cardinaletti a luglio.
Entrambi hanno ribadito che trattasi di azienda privata, e come
tale si deve comportare, “recuperando efficienza”. Zampa da tempo afferma che nel Palermo non vuole più
metterci una lira, mentre è pronto a investire nel centro sportivo e nel nuovo
stadio…
Con tali premesse, e con un organico da “boccone del povero”,
il Palermo è una delle candidate più autorevoli alla retrocessione.